Romania: Il paradiso per il nomade digitale

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Da un po’ di tempo avevo intenzione di scrivere questo breve articolo frutto del tempo nel quale viviamo. Succede sempre più spesso infatti di incontrare giovani professionisti del web (creator, influencer, softwaristi, sviluppatori di campagne pubblicitarie via web etc etc). Professioni come già anticipato che solo in questa recente epoca potevano sorgere e affermarsi. Lo sviluppo di tali professioni non legate ad un territorio specifico può essere inserito in un contesto più ampio relativo ai flussi migratori tra paesi. Prendiamo in esame l’Italia:

Negli ultimi dieci anni (periodo 2012-2021) si sono persi – perché emigrati all’estero – 239.000 giovani nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni (il 5,3% della popolazione in quella fascia di età) dei quali, 79.000 con bassa istruzione (licenza media); 86.000 con istruzione media (diploma) e 74.000 con istruzione alta (laurea). Si stima in qualche miliardo il costo per l’Italia di questa fuga.

L’Istat ha però messo in evidenza che durante il periodo pandemico vi è stato anche un certo flusso di ritorno, dovuto proprio ai cambiamenti culturali e sociali che l’emergenza sanitaria ha comportato ai fini della valutazione del rapporto vita-lavoro e in termini di scelte orientate ad una migliore qualità della vita.

Infatti, negli ultimi anni vi è stata una netta riduzione degli espatri rispetto agli altri anni del decennio analizzato e nel 2021 si è registrato un incremento dei rientri rispetto all’anno precedente (un più 20% rispetto al 2020, complice anche la Brexit). Il totale dei rimpatri nel decennio considerato risulta essere di 94.000 unità nella medesima fascia di età. La differenza tra espatri e rimpatri è però ancora in saldo negativo e vede il numero degli espatri sempre in netta prevalenza.

In questo scenario ben si comprende anche il fenomeno dei c.d. “ nomadi digitali ”. Di coloro cioè che scelgono di spendere alcuni anni della propria vita – di solito all’inizio della carriera, quando non si è ancora pressati da impegni e/o legami familiari stabili – muovendosi tra un Paese e l’altro, lavorando in prevalenza da remoto.

l’Italia, come altri Paesi europei partiti durante la pandemia proprio per favorire l’ingresso di talenti (in prevalenza digitali) nel proprio Paese, si è dotata di una legislazione speciale diretta a favorire l’ingresso per lavoro facilitando gli ingressi da Paesi extra-comunitari. La procedura per favorire il rimpatrio è però legata alla prova di esercitare una attività lavorativa ad alta qualificazione professionale. Tale prova è comprensibilmente, ostativa e complessa da dimostrare.

Quali alternative? La legislazione romena in tema di micro attività (fatturato entro i 500.000 euro annui) è molto attraente per queste figure professionali e in particolare il regime micro impresa consente a livello corporate tax di applicare l’aliquota del 3% sul totale fatturato.

Quindi cosa fare? Il nomade digitale potrebbe costituire una srl in regime micro in Romania; pagare solamente il 3% di imposta sul fatturato (non superiore ai 500 k euro annui come già scritto), acquisire la residenza fiscale in Romania (a poche ora di aereo dall’Italia) e di conseguenza ricevere i dividendi al netto della ritenuta dell’8% (più un piccolo contributo sanitario).

Se a questo regime di vantaggio fiscale si sommano le infrastrutture informatiche di primo livello e l’ottima logistica aeroportuale di Bucarest e altre città romene, si può ben affermare che la Romania (paese UE quindi senza necessità di visti e tra un po’ anche in area Schengen) si pone nei primi posti di attrattività per queste figure professionali in tutto il panorama europeo. Un vero e proprio paradiso a portata di mano.

Per maggiori informazioni Vi preghiamo di inviare una mail o contattare i nostri uffici.

Cristian Meneghetti

Cristian Meneghetti

Commercialista italiano, opera in Romania, esperto in fiscalità internazionale, laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Venezia.

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